Ilaria Cheli, la passione per le moto tra gare, team e famiglia
Il lungo viaggio di Ilaria Cheli nel motociclismo dalle minimoto ad oggi. La pilota, la team manager e la mamma. La nostra intervista

Ilaria Cheli è cresciuta respirando il profumo dell’olio bruciato ed ascoltando quel rombo che pareva un canto metallico ruvido e sincero. Erano gli anni novanta, l’epoca dei 2 Tempi. È nata in Romagna, la terra dei motori dove un tempo i ragazzini e le ragazzine trascorrevano ogni momento libero sulle piste di minimoto e talvolta marinavano la scuola per andare a Misano. Ilaria Cheli aveva la fortuna di avere i motori proprio in casa con suo padre che aveva un’officina. Ed è così che è iniziato tutto, una lunga carriera prima da e pilota e poi da team manager.
“Erano gli anni delle Vittorazi – racconta Ilaria Cheli a Corsedimoto – Mio padre si occupava di moto e da bambina iniziai a girare in minimoto poi nel 1994 il debutto sulle ruote alte. Sono partita dal Campionato Sport Production femminile con un Aprilia 125cc e sono poi diventata vice-campionessa italiana. Ho partecipato al Challenge 125 ed ha Trofeo Honda 125 dove mi sono classificata prima tra le ragazze. Ho coso poi in 125 GP fino al 2004 quando ho smesso di gareggiare. Non sono però uscita dal mondo delle competizioni: la passione era troppo forte. Ho cambiato semplicemente veste”.
Da pilota a team manager: com’è andata?
“Ho collaborato con vari team poi ho fondato la mia squadra: Terra e Moto. Ho raccolto delle belle soddisfazioni. Nel 2016 ci siamo classificati terzi nel Trofeo Yamaha R3 del con Paolo Giacomini che si è pure classificato quarto nel CIV Sport4T, siamo stati stati protagonisti nel Trofeo Aprilia RS 660 Cup con Giuseppe De Gruttola nel 2022 e nella scorsa stagione abbiamo ben figurato nel CIV Supersport 300 con Nicola Plazzi sesto in classifica finale con un secondo posto al Mugello. Tra l’altro l’anno scorso siamo passati da team Terra e Moto a Moto Club MGIM Corse. Siamo stati anche per tre anni nel Mondiale Supersport 300: dal 2018 al 2020. Onestamente però preferisco i campionati nazionali, mi trovo meglio”.
Ilaria Cheli, cosa rappresenta per te il motociclismo?
“Una grandissima passione che mi regala enormi emozioni. Non è un lavoro così come per tutti noi del team a parte per mio fratello Mirko che è meccanico di Andrea Iannone in Superbike e mi aiuta nel suo tempo libero. Nella vita quotidiana lavoro in una piscina e prendo le ferie per andare alle gare. Se il motociclismo diventasse la mia professione principale tutto l’amore che provo svanirebbe. Va bene così, è una passione e deve restare tale”.
Da donna che lavora nel motociclismo, come vieni accolta?
“Il mio passato da pilota mi ha agevolato tanto. Tanti nel circus mi conoscevano già, sapevano chi fossi e mi rispettavano. Tuttavia non è mancata la diffidenza di chi si avvicinava per la prima volta al motociclismo e quindi non sapeva chi fossi. Ancor oggi c’è una certa chiusura mentale, la tendenza di vedere le donne che lavorano nelle moto solo in ruoli come quello di ombrellina. Quando però si parla e ci si conosce va tutto a posto. Gli uomini scoprono che parliamo la stessa lingua quindi c’è il massimo rispetto”.
Sei anche mamma?
“Sì, ho una figlia di 14 anni. Viene con me alle gare fin da piccola ma non ha mai espresso il desiderio di andare in moto e io non le ho mai chiesto di farlo. Ci sono ragazzini che vanno in moto perché lo vogliono i genitori ed è una cosa che non sopporto. Ognuno deve seguire le proprio passioni”.
Programmi per il 2025?
“Debutteremo nel CIV Sportbike con Nicola Plazzi su Aprilia RS 660. Nicola è al quarto anno assieme a noi ed si trova molto bene perché apprezza la nostra filosofia di team famigliare. Avremo poi Davide Bollani e Adamo Cattani nel Trofeo Aprilia RS 660”.
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