25 Marzo 2025

Dalla velocità all’eternità: il ricordo indelebile di Mike Hailwood

Mike Hailwood: il talento, la passione e la leggenda di "Mike the Bike". I successi nelle moto e la partentesi in Formula 1.

Mike Hailwood

Il talento, i soldi, la passione, la calma, il sorriso. Mike Hailwood aveva veramente tutto ed a livelli esponenziali. Per anni fu tra le stelle più brillanti del motociclismo mondiale ma si distinse anche nelle competizioni automobilistiche. Suo padre, Stan, un uomo d’affari ricco ed influente, non solo lo amava, ma lo sosteneva con ogni mezzo necessario, mettendogli a disposizione le risorse per percorrere la strada del suo destino.

La sua carriera iniziò da giovanissimo, nel 1957, quando, a soli 17 anni, affrontò il circuito di Oulton Park con la sua MV 125. In quel momento Mike Hailwood non stava semplicemente gareggiando: stava già scrivendo il suo nome nel futuro del motociclismo. L’anno seguente conquistò il titolo di Campione Inglese nelle classi 125 cc, 250 cc e 350 cc. Nel 1957 fece il suo debutto al Tourist Trophy dell’Isola di Man, piazzandosi settimo su una Paton 125 a due tempi, una prestazione che catturò l’attenzione di tutti. Ma fu il 1958 l’anno che consacrò la sua leggenda, quando Mike partecipò a tutte e quattro le gare del TT. Con la sua moto e la sua tenacia, si piazzò terzo nella classe 125 cc, settimo nella 250 cc, dodicesimo nella 500 cc e tredicesimo nella 350 cc.

Nel 1961 il conte Domenico Augusta, impressionato dal talento di Mike, decise di ingaggiarlo per il suo team MV Agusta, dando vita a un binomio memorabile. In quella stessa stagione, a soli 21 anni, vinse il suo primo Gran Premio, un traguardo che segnò l’inizio di una carriera memorabile con 9 titoli mondiali e 76 vittorie in gare di Gran Premio, rendendolo uno dei piloti più decorati della storia.

Mike the Bike

Mike Hailwood non era solo veloce ma aveva una straordinaria capacità di restare freddo sotto pressione. Il soprannome “Mike the Bike” gli fu attribuito anche, soprattutto, per la sua presenza di spirito in ogni situazione, sia in pista che fuori. Hailwood non era il tipico pilota ribelle o teatrale: era sempre impeccabile, concentrato, un perfetto esempio di come il motociclismo potesse essere tanto un’arte quanto uno sport. La sua gestione della moto e del corpo, la capacità di entrare in sintonia con la macchina, gli conferivano un controllo totale anche nelle condizioni più estreme.

I successi al Tourist Trophy

Mike Hailwood fu una leggenda del Tourist Trophy. Le sue vittorie all’Isola di Man rappresentarono il culmine della sua carriera, il punto in cui la sua bravura, la sua dedizione e la sua passione si unirono in una danza perfetta tra uomo e macchina. Nel 1967 Mike Hailwood ottenne la sua prima vittoria nella Senior TT, quella che ancora oggi viene ricordata come una delle più straordinarie della storia. Con una Honda 4 cilindri, Hailwood batté ogni avversario in una prova di pura resistenza e talento. Ma il suo legame con l’Isola di Man non si è limitato a quella vittoria. In tutta la sua carriera, Hailwood ha conquistato 14 vittorie nelle gare del TT.

Dopo anni di successi, nel 1978, Hailwood tornó all’Isola di Man ma questa volta con una Ducati 900 SS. Le prove confermarono la sua incredibile velocità, ma fu in gara che Mike incantò il pubblico. La sua vittoria su Phil Read e la sua Honda fu leggendaria, e la folla, che lo accolse con un boato, lo consacrò come il mitico “Mike the Bike”. Quell’anno vinse poi il Campionato Mondiale Formula TT.

Mike Hailwood in Formula 1

Dopo aver vinto numerosi titoli mondiali in moto e consolidato la sua fama come uno dei più grandi di tutti i tempi, Mike Hailwood decise di fare il grande salto dalle moto alle auto. Partì dalle formule minori e vinse il titolo europeo di Formula 2. Inizialmente in Formula 1 non ebbe risultati di rilievo ma dal 1972 al 1974 brillò pure con la monoposto. Il momento più significativo della sua carriera automobilistica fu al GP del Sudafrica 1973, quando si scontrò con Clay Regazzoni. Le vetture finirono fuori pista e presero fuoco. Mentre Hailwood riuscì a uscire, Regazzoni rimase privo di sensi nell’abitacolo. Senza esitare, Mike tornò tra le fiamme, liberò il collega dalle cinture e lo portò in salvo. Per il suo eroico gesto, ricevette la Medaglia di Re Giorgio, una delle massime onorificenze al valore civile del Regno Unito.

La sua abilità nel comprendere le dinamiche delle corse e la capacità di migliorarsi costantemente gli permisero di guadagnare rispetto, anche se le vittorie in Formula 1 non arrivarono come ci si aspettava. Hailwood comunque salì sul secondo gradino del podio nel Gran Premio d’Italia 1972 e sul terzo Gran Premio del Sudafrica del ’74. La Formula 1 comunque non gli regalava le stesse soddisfazioni del motociclismo e Mike Hailwood tornò alle gare su 2 ruote.

L’incidente fatale

A 40 anni Mike Hailwood perse tragicamente la vita in un incidente stradale. Mentre viaggiava sulla sua Rover 3500 insieme ai figli, la sua auto si scontrò con un camion. Nell’impatto, sua figlia Michelle morì sul colpo, mentre il figlio David riportò solo ferite lievi. Hailwood, gravemente ferito, fu trasportato al Birmingham Accident Hospital, dove si spense circa 40 ore dopo.

Foto Ducati

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