Andrea Zappa (Tecnica Moto) e il regalo dei 50 anni: ritorno alle corse nel Trofeo Suzuki
Andrea Zappa, team manager di Tecnica Moto, si è 'regalato' il nuovo Trofeo Suzuki ad un decennio dalla sua ultima gara. L'intervista

Arrivare 4° in gara dopo un decennio senza competizioni e con un tipo di moto mai guidato non è certo da tutti. Andrea Zappa, team manager del Tecnica Moto Racing Team, s’è voluto regalare questa sfida per i suoi 50 anni, compiuti lo scorso dicembre, e l’ha già decisamente vinta. Al Misano World Circuit, assieme al CIV 2025, sono scattati anche i trofei monomarca, incluso il nuovo Trofeo Suzuki GSX-8R Cup.
Zappa, seguito dai suoi ‘tifosi speciali’, i suoi due bimbi di 4 anni e mezzo e di un anno, s’è così rimesso tuta e casco, scendendo in pista da quarto pilota della sua squadra e chiudendo la gara 4° su 32 piloti (stavolta 31 con l’infortunio di Roberto Sarchi)! Una sfida che replicherà (e concluderà) nel secondo evento del trofeo, in programma nel weekend del 4 maggio a Magione. Ecco la sua storia.
LA SFIDA NEL TROFEO SUZUKI
Andrea Zappa, ci spieghi il ‘regalo’ per i tuoi 50 anni?
Mi hanno raccontato di quello che stava facendo Suzuki e di questo nuovo trofeo. Mi è sembrata una cosa molto interessante! Hanno creato una formula che non c’era più da tempo, fatta e gestita molto bene. Quindi mi sono detto, ormai ho 50 anni ed è tanto che non corro in moto, mi iscrivo anche io! Faccio le prime gare, così vedo anche come sistemare la moto, visto che dal box non ho modo di studiare i dati. Salgo in sella anche io, e do una mano con setting e messa a punto della moto. Per i miei 50 anni quindi mi sono regalato la licenza e il campionato!
Con una Suzuki GSX-8R tutta da scoprire e sviluppare, giusto?
Non avevo mai guidato una Suzuki, è il mio primo approccio in assoluto con questo genere di moto. La conformazione comunque è super standard, non possiamo apportare modifiche alla centralina, le sospensioni sono solo di un tipo… Da un certo punto di vista è ‘semplice’, ma quel poco che hai lo devi mettere a punto. Io comunque devo dire che mi sto divertendo, è quello l’importante nelle gare ed è quello che devono capire anche i piloti.
Una nuova sfida a 50 anni e un 7° posto come peggior risultato in tutti i turni!
Stiamo imparando. Nel senso che, ogni volta che i primi mi sverniciano, rubo qualcosa. Logicamente però non mi butto più come si buttano loro, cambia proprio la velocità di esecuzione. Non arriverò al punto dei primi, sono troppo veloci, ma il mio obiettivo è diminuire quel gap.
Un bel ritorno per un ex pilota, da un decennio solo team manager.
Un team manager sempre al box a cazziare i piloti [risata]. Stavolta mi sono rimesso in gioco al 100%. Un conto è stare al box a predicare, un altro è buttarsi nella mischia con questi ragazzi. Una bella sfida, in ogni turno impariamo qualcosa! Devo dire anche che i miei ragazzi stanno andando molto bene.
Tre piloti, più tu, per Tecnica Moto nel nuovo Trofeo Suzuki. Ce li presenti?
Abbiamo Matteo Destefanis, 19 anni e con un paio d’anni d’esperienza in R7 Cup, sempre nelle prime posizioni. Peccato per la caduta in gara… Abbiamo poi Matteo Gallan, 37 anni, poco dietro di me ma che sta venendo su. Si deve solo abituare alla moto, lui è abituato a gareggiare coi 1000 e quindi cambiare potenza, scorrevolezza… Ci vuole un po’. Infine abbiamo un 17enne, Lorenzo Mandrile, che sta facendo un ottimo lavoro: fin dai test, ogni volta che scende in pista abbassa un po’ i suoi tempi.
Un mix tra esperienza e gioventù, diciamo così.
In teoria le guide esperte portano sempre qualcosa in più come conoscenza ed esperienza, anche a livello di soluzioni da far poi provare ai più giovani. Abbiamo trovato qualcosa di interessante nei test, anche in questo primo round abbiamo fatto piccoli aggiustamenti, ma reputiamo che le moto siano abbastanza a posto. Guardando ad esperienza ed età, da dire che si fanno più paranoie quelli più esperti! I piccoli si buttano, i grandi invece si fanno più pensieri.

TUFFO NEL PASSATO
Andrea Zappa, ci racconti il periodo da pilota?
Nasco come pilota nel 1993 nella 125 Sport Production, allora la classe formativa. Nel 1995 vinsi il titolo italiano, a pari punti con Ivan Clementi, anche se hanno assegnato la vittoria a lui per la gara-scarto, io avevo un 4° posto e lui un podio. L’anno dopo però il Team Italia ha preso me perché ero più adeguato alla categoria GP 125. Ho corso per due anni con questa squadra.
Fino all’incidente.
Era il secondo anno col team, c’era l’avvento della benzina verde: in Francia ero in pole position, nel warm up lap si è ingrippata la moto e ho fatto un cappottone… Sono caduto di muso e ho spaccato la mano destra in mille pezzi. Mi è rimasta dritta, bloccata, ancora adesso per accelerare devo muovere il gomito. Sono rimasto mezza stagione fuori uso, dopo quell’evento soffrivo sempre di dolori, a volte mi si addormenta la mano. Quando mi si addormentava anche il braccio ho deciso di smettere di correre, era pericoloso, oltre al fatto che sentivo di essere arrivato al capolinea dopo 24 anni di gare. Correre e seguire un team ti manda in pista senza la giusta concentrazione.
E adesso come ti trovi nel Trofeo Suzuki?
Fortunatamente la moto è ‘meno impegnativa’ a livello fisico, quindi faccio meno fatica rispetto ad un 1000 o un 600. Tornando alla storia, dopo il Team Italia abbiamo fatto anni con le 600 nel Trofeo Honda, più qualche anno di Europeo con altre moto.
Arriva poi la nascita della squadra.
Nel 2006, sempre nel Trofeo CBR, io ed un amico/socio, Luca Feltri, abbiamo aperto una nostra squadra, allora Moto Tecnica. Adesso lui gestisce la scuola di pilotaggio Race Academy, dal 2009 io sono andato avanti per i fatti miei con il team: ho cambiato il nome in Tecnica Moto, ho seguito poi vari piloti in diversi campionati e categorie.
Ci ricordi tutti i campionati che avete fatto?
Abbiamo fatto il trofeo CBR 600, il Trofeo Hornet, anche il CIV 600… Nel 2016 siamo passati da Honda a Yamaha, disputando la R1 Cup fino all’anno in cui abbiamo vinto con il mio ex compagno di squadra nel Team Italia, che aveva smesso totalmente e faceva tutt’altro. Abbiamo fatto poi Pirelli Cup, Trofeo Amatori, Motoestate… C’è stata anche la parentesi con Fabrizio Perotti, con cui nel 2023 con la R1 abbiamo abbassato il record di Cremona di 7 decimi nei confronti di Ducati. Interessante perché il pacchetto sembrava ‘obsoleto’, eppure l’abbiamo fatto in Pirelli Cup. Poi è cambiata la pista, quindi il record è rimasto.
Arriviamo ai ‘giorni nostri’.
Adesso ci sono quattro piloti, me compreso, in Suzuki Cup. C’è anche la Coppa Italia, seguiamo due R1 in Pirelli Cup e in IRC Cup [ex RBF Cup, ndr], più due giovani piloti nel nuovo Trofeo Aprilia 457.
Come mai hai scelto questi trofei?
La nostra categoria è in grossa difficoltà, non ci sono soldi, quindi bisogna spostarsi in queste categorie per poter gareggiare contenendo i costi. È l’unico sistema. Purtroppo c’è un problema e ancora non l’hanno capito… Ma noi facciamo il nostro, sono contento di queste realtà che danno nuova linfa.
Foto: Enrico Polo
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