Denise Dal Zotto, tra sogni Mondiali e la guida di Haslam “Mi sta insegnando tanto”
Denise Dal Zotto quest'anno è al debutto in Yamaha R7 Cup, seguita nuovamente da Leon Haslam. Questo e molto altro nell'intervista

Un’altra nuova sfida per Denise Dal Zotto in questo 2025. Ormai una “prassi” per la giovane pilota classe 2004 di Feltre, Belluno (21 anni il prossimo 8 agosto), che nel suo curriculum vanta anche due anni nel BSB, uno di questi sotto la guida di Leon Haslam, ex Mondiale Superbike, che l’aveva accolta nella sua Affinity Sports Academy. Una collaborazione rinnovata quest’anno, corre con i colori Rokit Rookies in Yamaha R7 Cup, campionato in cui ha ufficialmente debuttato nel weekend 4-6 a Misano. Il via del suo secondo anno in Italia nei campionati ‘da grandi’ dopo il citato biennio in Inghilterra. Per il futuro punta al Mondiale Femminile, ma guarda con molto interesse anche alla Supersport 600 nel WorldSBK. Ci siamo fatti raccontare questa partnership e amicizia con Haslam, rivedendo anche la sua carriera fino a qui.
LA COLLABORAZIONE CON LEON HASLAM
Denise Dal Zotto, ci racconti di questo ‘ritorno’?
Tre anni fa avevo già lavorato con lui: mi aveva contattato, avevamo fatto un test in Spagna e mi aveva preso nella sua Academy. Ho vissuto da lui in un camper parcheggiato a casa sua, avevo 16 anni e sono rimasta lì per otto mesi: per me è stata una seconda casa. Ci siamo dovuti separare a fine anno, era dispiaciuto molto sia a me che a loro. L’anno dopo c’è stato qualche problema di budget e non sono più riuscita a correre con lui, ero passata invece a FHO Racing Girls.
Quest’anno ecco una nuova occasione per collaborare di nuovo con Haslam.
È saltata fuori l’opportunità di fare la Yamaha R7 Cup, ma eravamo molto indecisi anche su altri campionati. Alla fine abbiamo preso questa decisione. Io, come quasi tutti gli anni, mi confido sempre con lui, gli chiedo cosa ne pensa, e l’anno scorso mi ha detto “E se lavorassimo insieme l’anno prossimo?” Mi ha fatto molto piacere e abbiamo deciso di prendere questa strada insieme. Da entrambe le parti siamo molto contenti.
Consigli preziosi da un ex pilota di esperienza mondiale come Leon Haslam.
Sono molto fortunata. Mi ha sempre tenuto un po’ sotto la sua ala protettiva, sono molto contenta di poter fare parte di nuovo della sua Academy quest’anno. Sia lui che suo papà Ron Haslam mi hanno sempre aiutata veramente tanto: hanno tanta esperienza in questo mondo, sanno come girano le cose e per la crescita di un ragazzo è un aiuto. Anche perché vengo da una famiglia in cui le corse non sono mai esistite!
Che consigli ti hanno dato gli Haslam?
Mi consigliano su che strada prendere, cos’è meglio per arrivare dove voglio arrivare. Hanno poi tantissima esperienza nel modo di adattarsi alle moto e mi hanno insegnato veramente tanto su questo lato, sulla giusta mentalità per gestire le cose. Sullo stile di guida, più di ‘correggermi’, mi hanno aiutato a capire qual era il problema, come adattarmi e quindi come risolverlo, provando anche 10 cose diverse per vedere cosa succedeva. Nel BSB non c’era la telemetria, quindi l’unica fonte di informazioni ero io: più ne portavo, meglio era. Mi sta dando una grossa mano anche adesso.
Quest’anno sei in Yamaha R7 Cup, come valuti il primo round a Misano?
È solo la terza volta che uso questa moto, purtroppo non siamo riusciti a fare tanti test invernali, quindi non sono riuscita a provarla. Ho fatto fatica, abbiamo fatto anche qualche modifica perché io sono piccolina e questa è una moto diversa da quella dell’anno scorso, ma siamo riusciti a migliorare costantemente i tempi. Stiamo cercando di trovare un adattamento sulla base del regolamento, ci sono dei punti da seguire che influenzano anche la mia posizione di guida. Pian pianino arriviamo. Ma devo sempre ringraziare tante persone per questa possibilità, anche gli sponsor mi stanno aiutando molto: Sari eyewear components, Gruppo Tonet Proter, Clivet, Pasticceria la Briciola, Hotel Arkadia, Jenny Gobber, Colorificio Paulin.

PASSIONE UNICA IN FAMIGLIA
Denise Dal Zotto, ci racconti la tua storia?
Ho iniziato a ‘giocare’ con le moto quando avevo 2 anni. Mio papà fa l’imbianchino, gli avevano regalato questa minimoto perché aveva preso tanti vasi di colore per un lavoro. L’aveva lì a casa, mai usata, poi sono nata io e l’avevo sempre vista parcheggiata in garage: mi piaceva questa moto, a due anni gli ho chiesto se potevo usarla e mi hanno insegnato. Ho imparato prima ad andare con quella che in bicicletta! Non toccavo nemmeno per terra coi piedi, mio papà e mio nonno avevano messo dei cubetti di legno sulle pedaline.
Un inizio quindi per gioco.
Sì, con questa motina, però guardavamo anche le gare per TV ogni tanto. Vedevo le piste, Valentino Rossi, tutti i piloti, e ho chiesto a mio papà se mi faceva una pista a casa. Mi metteva delle fettucce per terra e io giravo lì. Quando avevo 6-7 anni, sempre guardando Valentino in TV, ho detto a mia mamma che volevo fare quello. Lei mi ha guardato come per dire “Ma che cavolo vuoi fare”, poi mi ha risposto ingenuamente “Ma non so se esistono le piste per le moto piccole”. In effetti nella zona dove vivo io non ci sono proprio piste.
Come mai cominciato?
Mia mamma ha guardato su internet e abbiamo trovato una specie di pistino, fatto con delle gomme, in un parcheggio a Treviso, vicino all’aeroporto. Adesso non c’è più. Abbiamo chiamato Alessandro Finco, della Federazione, che in quegli anni organizzava questo pistino. Ho iniziato lì, poi mi sono spostata a Ferrara: tutte le piste per le moto piccole sono lì, quindi ogni weekend mi portavano a Ripapersico, dove c’era il circuito. Sono cresciuta lì con Matteo Bertelle e Tommaso Occhi, eravamo sempre insieme a girare e i proprietari della pista ci avevano preso un po’ come dei nipotini.
Arrivano poi le prime gare.
Ho fatto le prime gare con le minimoto, sono poi passata alle 12 Pollici, correndo nell’Europeo e nell’Italiano. Ho poi fatto un anno tra 12 Pollici, chiudendo 4^, e CNV, in cui sono arrivata 2^. Da lì mi è arrivata la possibilità di fare questo test con Haslam: sono andata a girare a Cartagena con la 300, gli sono piaciuta e abbiamo iniziato l’esperienza al BSB.
Un bel salto dal 12 Pollici al BSB.
Sì, è stato strano soprattutto come ambiente, lì ci sono 60.000 persone che vengono a vedere ogni gara! Passare dalle moto piccole alle gare con gente che si stampava le tue foto per fartele autografare… È stato molto diverso! Così come con le piste, che sono tanto più grandi e diverse rispetto alle piste europee: tanti saliscendi, più strette, molto particolari. A me sono piaciute molto. Correvo contro gente che vedeva quelle piste tutti gli anni, mentre io ci arrivavo per la prima volta, però ad esempio a Silverstone ho fatto 9^, con anche il giro veloce di gara… La stagione è andata molto bene. Ho fatto poi un secondo anno di BSB, poi nel 2024 ho fatto l’Italiano Femminile, il WEC e la Yamaha R3 Cup con Motoxracing, più la wild card a Misano della R3 World Cup.
Com’è stato il ritorno in Italia?
È stato strano, non avevo mai visto le piste italiane! Ho dovuto quindi ricominciare da capo, ma abbiamo fatto terzi all’Italiano e quinti all’Europeo, in R3 Cup ho chiuso 3^ alla gara del Mugello. È stato un anno di crescita, ogni anno cambio sempre qualcosa! Anche adesso riparto in R7 Cup ma mi piace, cerchiamo sempre di migliorare e di crescere. Penso sia l’obiettivo migliore da porsi.
Guardando al 2025, qual è l’obiettivo stagionale?
Mi piacerebbe riuscire ad arrivare in top 10, ci alleneremo per arrivare il più avanti possibile e per prepararci per i prossimi anni.
Chiaramente pensi al futuro, giusto?
Vorrei andare a fare il Mondiale, come penso vogliano tutti i piloti! Mi piacerebbe anche il Mondiale Femminile, anzi avevamo già provato quest’anno, ma per tutta una serie di motivi non ci siamo riusciti. Ci riproviamo in futuro, è una delle opzioni che stiamo valutando, anche in base a come andrà quest’anno. Un obiettivo futuro che mi piacerebbe raggiungere è arrivare almeno al Mondiale Supersport 600, a breve termine invece mi piacerebbe il Mondiale Femminile.
Cosa pensi dei campionati solo tra donne e di quelli “misti”?
Ci sono i pro e i contro da entrambe le parti. Credo che i campionati femminili siano una cosa bellissima, sono contenta che esistano ed è un grande sforzo della Federazione per noi. Mi dispiace molto non poter fare l’Italiano Femminile quest’anno, ma alla fine abbiamo preferito la R7 Cup anche per i progetti futuri. Comunque mi piace correre con i ragazzi, ho sempre corso con loro, l’anno scorso per la prima volta ho corso contro le ragazze! Mi piace perché non trovo grandi differenze, finché non si arriva alle moto grandi, come la 600, la fisicità di una donna che lavora tanto si può compensare, anche perché è uno sport molto mentale. Ma è bello avere un campionato femminile perché invoglia tante altre donne a farlo, quindi mandano un bellissimo messaggio. E nel Mondiale Femminile vanno veramente forte!
Foto: Marco Montrone
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