CIV Superbike: Alessandro Andreozzi, la passione prima di tutto
Pilota e lavoratore, umile e determinato: Alessandro Andreozzi racconta il suo ritorno nel CIV Superbike a 34 anni. L'intervista

Alessandro Andreozzi è l’emblema della passione per le moto, una passione forte, vera autentica. È stato per anni uno tra i giovani più promettenti del motociclismo nazionale. Dopo essersi laureato Campione Italiano Moto 2 nel 2011, ha gareggiato sia nel Motomondiale che nel Mondiale Superbike continuando però sempre a lavorare nell’officina di famiglia. Forse proprio il fatto di essere un pilota-lavoratore è l’essenza della sua unicità. Alessandro Andreozzi è un ragazzo umile dell’eccezione più nobile del termine, è genuino. In passato ha pensato varie volte di smettere ma ha sempre continuato. Non si é fatto problemi a correre del National Trophy, non è stato ossessionato dal successo. Ora, a 34 anni, si rimette in gioco partecipando al CIV Superbike con la Yamaha del team DMR, squadra con cui aveva gareggiato già in passato. Il pilota marchigiano si racconta a Corsedimoto.
Alessandro Andreozzi sarà l’anno della rinascita in Superbike?
“Onestamente non la vedo come una rinascita. Io ho tanta passione, la passione va sopra tutto, a qualsiasi cosa. A volte ho pensato di smettere, ci sono state stagioni che non sono andate bene. Però nella mia testa c’è sempre stata comunque la voglia di correre. Quest’anno ero indeciso, non sapevo bene cosa fare. Mi stuzzicava la Production Bike e mi avevano cercato un paio di squadre. Alla fine mi ha chiamato Walter Durigon e mi ha fatto una bella proposta. Tornare con un team così, squadra ufficiale, con un compagno come Alex Delbianco che è uno dei talenti emergenti più forti a livello italiano, mi ha dato lo stimolo per riprovarci, ributtarmi nella mischia e perché no, togliermi ancora qualche soddisfazione”.
Con quali obbiettivi affronti questa nuova avventura?
“L’obbiettivo innanzi tutto è divertirmi come cerco di fare ogni anno. Vorrei cercare di essere competitivo perché è sempre bello lottare con i primi e quindi stare più avanti possibile. Nei test a Vallelunga non sono andato male a livello di tempi nonostante qualche piccolo problema. Ora avremo altri 3 giorni di test a fine marzo. Cercheremo di sistemarci ancora un po’, capire le gomme e la moto che è un po’ diversa rispetto a quella a cui ero abituato. Quest’anno spero anche di riuscire a dare una mano a Delbianco per cercare di vincere il titolo italiano Superbike perché se lo merita. Se potessi aiutarlo a raggiungere questo obbiettivo mi farebbe molto piacere”.
Il lavoro e le corse: come riesci a conciliare tutto?
“Ho sempre lavorato, anche quando facevo il Mondiale. Forse è anche per questo che non sono riuscito a fare il pilota di professione. Ho sempre visto il motociclismo come una passione, un divertimento, e mai come una professione perché il lavoro l’avevo già. Forse se non sono riuscito a fare il salto di qualità è anche per questo motivo. Quando fai il Mondiale e lavori è tosto veramente. Già è difficile nell’ Italiano perché è complicato conciliare tutto. Chi fa solo il pilota è più agevolato: si sveglia al mattino e pensa quale allenamento fare, se andare in moto o cos’altro. Io invece devo cercare di ritagliare il tempo durante la giornata: magari in pausa pranzo mi alleno o lo faccio la sera ma è tosto. Arrivo alla sera distrutto. Però la passione è grande, la voglia di trovare il tempo per allenarmi è tanta e cerco di sempre di migliorarmi. Anche se torno a casa stremato mi alleno comunque. Ho voglia di tornare e di farlo nel modo migliore possibile”.
Guardando al tuo passato, hai qualche piccolo rimpianto?
“No, anzi. Mi sento molto fortunato per quello che ho, quello che faccio, del mio lavoro e non mi pento di nulla. Neppure di non averci provato con più serietà quindi di non aver lasciato il lavoro. Sono contento di tutto ciò che ho fatto fino adesso. Le moto per me sono pura passione. Mi riesce bene, vado forte? Tanto di guadagnato [ride]. Me lo godo così. Se avessi più tempo per allenarmi sarebbe meglio ma il lavoro che ho è una grande fortuna. Va benissimo così”.
Foto Salvatore Annarumma
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