2 Dicembre 2024

Moto3, la ricetta di Luca Lunetta “Tanto lavoro e ascoltare i consigli”

Luca Lunetta, neo Carabiniere, analizza la sua bellissima stagione d'esordio nel Mondiale Moto3. La nostra intervista.

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Due podi e miglior italiano nella generale nella sua stagione di debutto. Luca Lunetta ha davvero brillato nell’anno d’esordio nel Mondiale Moto3! Non è arrivato il Rookie dell’Anno, complice un inizio di campionato in cui doveva adattarsi a tante novità, dalla moto alle gomme alla squadra, per cominciare, prima di iniziare a farsi ben notare. Non si può però rimproverare nulla al giovane romano di SIC58 Squadra Corse, in questi giorni diventato Carabiniere a tutti gli effetti dopo l’annuncio in occasione del GP a Misano (la nostra intervista). È lui la nuova stellina tricolore in Moto3? Questo lo dirà il tempo, per Lunetta è solo una motivazione a fare sempre meglio e ad alzare l’asticella nel 2025.

Luca Lunetta, adesso sei un Carabiniere a tutti gli effetti.

Sono super emozionato, qualche giorno fa questo sogno è diventato realtà. Ho fatto il giuramento, è stata una bella cerimonia di cui vado molto fiero. Sono molto orgoglioso di essere il primo motociclista ad entrare nell’Arma dei Carabinieri, è una bella soddisfazione. Ringrazio l’Arma e la Federazione Motociclistica Italiana, è stata una bella emozione sia per me che per la mia famiglia.

Guardando al Mondiale Moto3, una grande stagione di debutto!

Se mi avessero detto all’inizio dell’anno che avrei fatto questi risultati, ci avrei messo la firma! Due podi, diverse prime file… Sono contento, c’è stata una super crescita molto evidente dall’inizio alla fine della stagione e ne vado molto fiero. Con la squadra abbiamo sempre lavorato a testa bassa, in ogni sessione cercavamo di capire, seguendo in pista anche i piloti forti come Alonso, che è stato il punto di riferimento per me quest’anno. Questi risultati però sono arrivati anche grazie a tutte le persone “dietro le quinte”: la mia famiglia, la FMI, gli sponsor, il mio preparatore atletico, il nutrizionista, Luca Fabrizio e la sua Academy… Voglio ringraziare anche tutte queste persone, tutti insieme siamo un team: io sono da solo in moto, salgo solo io sul podio, ma con me ci sono tutte queste altre persone.

Miglior italiano della Moto3 quest’anno, quindi il nuovo “punto di riferimento”. Come lo vedi, troppa pressione o ti motiva?

La definirei più una soddisfazione, anche se in realtà non c’è, è tutto ancora da dimostrare ogni volta che scendo in pista. È stato bello quest’anno, ci siamo divertiti, è arrivato qualche risultato, ma da febbraio si ricomincia da capo, da zero, sempre con la stessa mentalità, cercando di metterci ancora più del mio e pensando ad affinare i dettagli che sono mancati, anche per l’inesperienza. Le aspettative sono buone, sono già super carico e non vedo l’ora di cominciare la nuova annata in Moto3.

Raccontaci dell’adattamento alle tantissime novità in questa prima stagione Moto3.

Ho cambiato squadra dopo sette anni con AC Racing, che voglio menzionare e ringraziare perché mi hanno supportato in tutto e per tutto nella mia carriera. In SIC58 Squadra Corse quest’anno mi hanno accolto come un figlio: Paolo mi ha trattato benissimo, con Marco Grana e tutti i meccanici mi sono trovato molto bene fin da subito. Venivo poi da una KTM e sono passato a Honda, poi c’è stata la novità delle gomme Pirelli. Forse è stato proprio questo il cambiamento più grande.

Ricordiamo che non è scontato riuscire ad arrivare sul podio non solo nel Mondiale, ma già al primo anno!

Ci è voluto un po’ per adattarsi a tutto, ho faticato nelle prime gare, però fa tutto parte del processo di crescita. Io ci ho messo un po’ ad arrivare a podio mentre magari c’è chi ci arriva subito, ma io arrivo col lavoro e quando capisco alcune cose. Sì dai, sono abbastanza soddisfatto di questa stagione.

C’è qualcosa che non ti è piaciuto?

Avrei voluto essere subito competitivo come lo sono stato da metà campionato in poi. Ma ogni weekend impari cose nuove e fai più esperienza. L’anno prossimo cercheremo di mettere assieme tutti i puntini, tutto quello che abbiamo imparato, per stare davanti tutte le domeniche e giocarci sempre il podio. Sto lavorando per questo, l’obiettivo come sempre è quello di vincere.

C’è un aspetto del Mondiale Moto3 che forse non ti aspettavi?

Devo dire anche che me l’aspettavo un po’ più “semplice”, ma in realtà no, non è facile arrivare davanti. Serve il talento, ma da solo non serve a niente, ci vuole anche tanto lavoro: siamo tutti forti, ma chi lavora di più emerge. Avevo iniziato carico e con troppa foga, un paio di cadute mi hanno fatto capire che non era una cavolata, bisognava lavorare. Da Jerez abbiamo iniziato a capire un po’ di più la moto, abbiamo fatto progressi anche col set up, poi da Le Mans sono riuscito a divertirmi di più.

C’è una cosa che evidenzi particolarmente di questa stagione?

La cosa che fa andare avanti soprattutto noi giovani è quella di ascoltare le persone più grandi e altri piloti. Ho una bella amicizia con Fabio Di Giannantonio, ho avuto il piacere di conoscere anche Pecco Bagnaia e mi sono potuto confrontare soprattutto con loro nei weekend di gara. La mia aspirazione è diventare come loro! Devi essere super curioso, ascoltare i consigli e poi cercare di metterli in pratica, adattandoli al mio stile e alla mia testa. A volte mi veniva e a volte no, ma cercavo di seguirli.

L’anno prossimo cambia il format Moto3, come vedi questa novità?

Sono curioso, cambierà abbastanza nella gestione del weekend di lavoro. Vuol dire che nel primo turno del venerdì bisogna iniziare a fare già time attack, cosa che non abbiamo mai fatto quest’anno perché nelle Prove Libere ci concentravamo sui long run e sulla durata della gomma in gara. Sarà uno svantaggio per i rookie, che hanno un solo turno prima dell’attacco al tempo. Noi siamo pronti a metterci in gioco per capire il prima possibile questo nuovo metodo di lavoro, forse sarà ancora più bello!

Varie piste nuove per te quest’anno, ce n’è una che ti ha colpito di più?

La risposta scontata potrebbe essere Thailandia per il podio, ma in realtà mi sono innamorato un po’ di tutte. Da quando sono bambino le ho viste solo con la Playstation o in TV, girarci dal vivo è stata un’emozione assurda! È difficile scegliere, però ho una piccola preferenza per il Qatar, la pista mi è piaciuta molto. Ma mi è piaciuta anche l’atmosfera, non avevo mai visto un grattacielo in vita mia e vederne così tanti tutti vicini è stato bellissimo. Correre poi di notte, con la mattina quindi tra allenamento e piscina prima di girare, è stato ancora più bello! Non vedo l’ora di tornarci.

Tappe asiatiche e Australia invece?

Di quelle, più delle piste mi è piaciuta soprattutto l’organizzazione. Stare tre settimane fuori con il team è stato molto bello: condividi le giornate con persone con cui stai già assieme per le gare mondiali, ma passare anche il tempo fuori dalla pista… Condividi veramente tutto, mi sono divertito tantissimo! Cito anche la pista in Indonesia, ho chiuso 5° ma il potenziale era veramente alto, però le gare Moto3 sono così. Phillip Island, che lo dico a fare! Con la Moto3, arrivare in prima curva in quinta piena… Fantastico!

La stagione Moto3 è finita, ora c’è la pausa invernale. Quali sono i tuoi programmi?

Mi ero prefissato di riposarmi un paio di settimane dopo l’ultima gara a Barcellona. Il martedì dopo la gara invece ero in bici! Niente, non riesco a stare fermo un attimo. Alla fine mi piace tanto fare sport, quindi ho già ricominciato gli allenamenti, anche se non al 100% ma gradualmente verso la nuova stagione.

Ti fermerai almeno per il periodo natalizio?

Sì, andiamo dai nonni, ma ho già detto che non starò più di tre giorni o prendo troppi chili e poi non va bene! [risata] Comunque qualche sfizio nel mangiare adesso me lo sto togliendo, durante l’anno invece devo stare più a stecchetto visto che sono alto 1.78, ma sulla Moto3, più dell’altezza, devo stare molto attento al peso. Da dire però che anche Ortola e Veijer erano alti e hanno fatto molto bene, quindi non ho scuse, anzi è una carica in più! Ma conta molto il peso, non puoi sgarrare perché incide molto sull’accelerazione, sul consumo della gomma… Su tante cose. Fa parte del gioco, bisogna sacrificarsi al 100% e poi si vedrà.

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