23 Marzo 2025

MotoGP: Alex Marquez, quanto vai forte! Analisi di una carriera paziente

Alex Marquez è sorprendente solo per chi ignora la sua storia. La crescita graduale quale costante di una carriera e chiave dell’attuale velocità

Alex Marquez, MotoGP

Alex Marquez non è mai partito così bene da quando, nel 2020, è approdato in MotoGP. Prima dello start del 2025 il pilota spagnolo aveva conquistato cinque podi in totale, con l’ottavo posto della passata stagione come miglior piazzamento in classifica mondiale. Quest’anno ha già conquistato due secondi posti, a cui se ne aggiungono altrettanti nelle sprint: in totale fanno 58 punti, più di un terzo di quelli conquistati nel 2024. Dopo appena due weekend. 

Ma al di là dei risultati, ciò che colpisce è una consapevolezza che in pochi gli avrebbero attribuito. Alex è veloce e lo sa, soprattutto dopo la prova dell’Argentina, in cui – ancor più che all’esordio in Thailandia – è riuscito a tener testa a lungo al pluridecorato fratello maggiore Marc. “Ho lottato e ci ho provato con la voglia di chi vuole vincere”, esordiva nel post gara il pilota Ducati del Team Gresini.

La carriera di Alex Marquez: un percorso di crescita costante

Se si guarda alla carriera del classe ‘96 risalta una costante: dopo un periodo di adattamento, più o meno lungo a seconda della difficoltà della categoria, i risultati arrivano. È stato così in Moto3, dove il primo podio è arrivato dopo un anno e mezzo di “rodaggio” e il titolo mondiale al terzo anno. Non troppo tardi in assoluto, ma abbastanza rispetto alle aspettative addossate dalla fratellanza con chi le tappe le ha bruciate tutte. 

Lo è stato ancor di più in Moto2, dove il titolo di campione è arrivato solo alla quinta stagione, a 23 anni compiuti. Età in cui Marc aveva già cinque titoli di campione del mondo, tre dei quali in MotoGP.

E se è opportuno trascendere il confronto logoro e sterile con il fratello, esaminare la carriera di Alex Marquez diventa essenziale per svelare le motivazioni della sua attuale velocità, anziché liquidarla come un evento inatteso e, poiché difficile da spiegare, misterioso o (per alcuni) addirittura sospetto.

Infortuni, adattamento e crisi finanziarie rimescolano le carte

Con cinque anni di apprendistato in MotoGP alle spalle e due stagioni in sella alla Ducati del Team Gresini, ormai rodata compagna di avventure, i tempi per Alex Marquez sono maturi. Maturi per alzare la domenica quel trofeo di vincitore che ancora in bacheca non c’è (mentre nella sprint ha già trionfato due volte, nel 2023, in Gran Bretagna e in Malesia) e, Marc permettendo, a lottare per qualcosa di più grande e memorabile.

La decisione del team ufficiale Ducati di rinunciare alla GP25 ha livellato le forze “rosse” in griglia, posto che le GP24 utilizzate – a detta dei protagonisti – sono tutte molto simili; l’infortunio del campione del mondo in carica Jorge Martin, la transizione (con relative difficoltà) di Marco Bezzecchi sull’altra Aprilia, e i noti problemi finanziari di KTM che ostacolano lo sviluppo e minano la serenità dei piloti, sparigliano ulteriormente le carte. 

Finora dal mazzo è uscito, insieme all’asso di Marc, il jolly (non così imprevedibile) di Alex.

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