23 Aprile 2025

MotoGP, Marc Marquez: “È stato un campanello d’allarme”

Marc Marquez a Madrid prima del weekend di MotoGP a Jerez. Il carattere del campione veterano, la rivalità con Pecco, i duelli in pista.

MotoGP, Marc Marquez

Prima di partire per Jerez, per il Gran Premio di Spagna della MotoGP, Marc Marquez ha tenuto una conferenza stampa a Madrid per il suo sponsor Estrella Galicia 0,0. Sarà il quinto round di un campionato dove il pilota del team Lenovo Ducati ha già trionfato tre volte, quattro nelle Sprint. Interra iberica potrà allungare ancora in classifica, con il rischio di archiviare il discorso iridato con largo anticipo… salvo colpi di scena.

Un Marc più maturo

A 32 anni Marc Marquez è un pilota a tutto tondo, ha aggiunto maturità al suo istinto innato di velocità. In sella ad una moto vincente come la Desmosedici, ha tutto per chiudere la carriera in maniera leggendaria, aggiungendo altri numeri da record al suo già ricco curriculum. Gli infortuni degli anni precedenti hanno segnato l’animo e il carattere del fuoriclasse di Cervera, facendogli capire che salire sul podio non è mai scontato nella classe MotoGP. “So che ci saranno momenti difficili, come ad Austin, ma mi diverto molto di più di quando avevo 20 anni perché ho imparato che vincere non è la norma“.

Nonostante sia leader di classifica e stia dominando questo Mondiale 2025, non vuole sentire parlare di superiorità. “E’ una parola che cerco di evitare, perché ti fa abbassare la guardia e forse non essere così intenso. Ti fa commettere errori che non si dovrebbero commettere, come quello che è successo ad Austin“, ha sottolineato Marc Marquez. “Ora ho trovato il mio ritmo, riesco ad adattarmi alle condizioni. Ma i rivali sono forti, stanno migliorando e sono vicini, e siamo alla quinta gara. Dobbiamo continuare con la stessa intensità“.

I ricordi di Jerez de la Frontera

Jerez porta alla mente ricordi tristi, come l’incidente nel luglio 2020, ma anche grandiosi, come nel 2024, quando è salito sul podio in sella alla Ducati del team Gresini. Da quel momento in poi qualcosa è cambiato per il #93. “E’ stato un punto di svolta, il mio primo podio in una gara domenicale. Mi ha dato una scarica di adrenalina, di energia, come se mi fossi allenato per un mese in palestra“.

Poi è arrivata la firma con il team factory ed oggi lotta per il nono titolo mondiale, sarebbe il settimo in MotoGP. Marc oggi ha una sicurezza tale da ricordargli quanto fatto nel 2019, trionfando in 12 Gran Premi su 19 (e sei volte secondo). “Quella è stata la mia stagione migliore. Ora ho una mentalità diversa, un’esperienza e una situazione diversa, questo mi fa vedere le cose in modo diverso. Lo vedremo alla fine dell’anno. Se non vinci il campionato, non sei stato il migliore. Cercherò di gestire nel miglior modo possibile tutte le situazioni che si presenteranno durante l’anno. Però, come abbiamo visto ad Austin, a volte sbagliamo involontariamente. È stato un importante campanello d’allarme: questa è la MotoGP“.

Rivalità con Bagnaia e i duelli di una volta

Come preventivato alla vigilia di questo campionato, la rivalità con Pecco Bagnaia finora rientra nella normalità, senza attriti né scintille. D’altronde Marc Marquez sembra averne di più, non c’è spazio per le tensioni. “Non affronto la rivalità con un compagno di squadra come facevo quando avevo 20 anni. A 32 anni ho capito che in pista c’è rivalità, ma fuori siamo tutti umani. Si può parlare, non c’è bisogno di scatenare una guerra se non è necessaria. In pista ognuno pensa ai propri interessi e lavora con la propria squadra. L’obiettivo della Ducati è quello di avere il titolo dipinto di rosso, che sia con il ’93 o il ’63“.

D’altronde i duelli di una volta sono molto più rari, le gare rischiano di diventare noiose. “Con le moto odierne, non è possibile farlo; tra aerodinamica e pressione degli pneumatici è molto difficile. In Qatar, se Maverick non avesse commesso l’errore, sarebbe stato molto difficile per me superarlo. Nel 2027 è prevista una modifica alle regole che, si spera, ripristinerà il combattimento ravvicinato. Mi piacciono le sfide e i duelli ravvicinati. Quegli ultimi giri li ho fatti con Dovizioso…”.

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