MotoGP, Yamaha cuore italiano: “Stiamo facendo cose pazzesche”
Yamaha vuole riprendersi le posizioni di vertice in MotoGP. Alla guida del progetto c'è un dirigente italiano: Paolo Pavesio.

Yamaha vuole tornare quanto prima ai vertici della MotoGP dopo l’ultimo biennio da archiviare. Al vertice della Casa di Iwata non ci sarà più Lin Jarvis, ma un italiano nel ruolo di Managing Director: Paolo Pavesio. Sarà una squadra che avrà una forte impronta nazionale, con Massimo Bartolini che dal 2024 ricopre il ruolo di direttore tecnico.
Pavesio nuovo team principal
Lin Jarvis è stato responsabile del progetto MotoGP della Yamaha per 26 anni, dal 1° gennaio è Paolo Pavesio a prendere in mano le redini del team. Il nuovo amministratore delegato di Yamaha Motor Racing (YMR) ha molti compiti e progetti sulla sua scrivania. Un vero e proprio cantiere che lavora a ritmi frenetici, non solo sull’evoluzione della M1, ma anche sul motore V4. La parola d’ordine è fare subito uno step in avanti e ritornare sul podio in tempi brevi, anche per convincere il campione del mondo Fabio Quartararo a restare.
In realtà Pavesio lavora per la Yamaha da due decenni, ora “mi sento felice e onorato di essere responsabile di tutto“. Il passaggio di consegne da Lin Jarvis è avvenuto gradualmente, lavorando a stretto contatto con il manager britannico negli ultimi sei mesi. Ha ereditato le conoscenze del britannico per ripartire con nuovi propositi, a cominciare dal disegno del propulsore V4 che verrà installato sul prototipo MotoGP tra il 2026 e il 2027.
Il prossimo step Yamaha
Nel breve termine la Casa giapponese conta di avvicinarsi alle zone di vertice puntando sullo sviluppo della M1. “Stiamo facendo qualcosa di pazzesco“, ha assicurato il neo team principal a Speedweek.com. “I piloti hanno un nuovo telaio, un nuovo livello di sviluppo del motore, un nuovo pacchetto aerodinamico ed elettronico, quindi molte nuove cose da testare, e allo stesso tempo stiamo sviluppando una nuova moto, perché non puoi semplicemente mettere un motore V4 nella M1. Cercheremo di costruire una moto più veloce, ma allo stesso tempo cercheremo di rendere la M1 il più veloce possibile“.
Sarà una Yamaha sempre più europea, con tanti ingegneri di forte calibro in Giappone, ma con un cuore italo-europeo sempre più consistente e una base logistica a Gerno di Lesmo. “La migliore soluzione tecnica è il risultato dell’approccio giapponese ai processi e alla qualità e del modo di pensare creativo e veloce dell’Europa. Diciamo che uno più uno fa più di due“.
Foto Sky Sport MotoGP
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